Giudici capitolo 16
Diodati |
Riveduta |
Nuova Riveduta |
Nuova Diodati |
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16:1 OR Sansone andò in
Gaza, e vide quivi una meretrice, ed entrò da lei. |
16:1 E Sansone andò a Gaza, vide quivi una meretrice, ed
entrò da lei. |
16:1 Sansone andò a Gaza,
vide là una prostituta ed entrò da lei. |
16:1 Poi Sansone andò a
Gaza e là vide una prostituta, ed entrò da lei. |
16:2 E fu detto a
que' di Gaza: Sansone è venuto qua. Ed essi l'intorniarono, e gli posero
insidie tutta quella notte, stando alla porta della città, e stettero
cheti tutta quella notte, dicendo: Aspettiamo fino allo schiarir della
mattina; allora l'uccideremo. |
16:2 Fu detto a que’ di Gaza: ‘Sansone è venuto qua’. Ed
essi lo circondarono, stettero in agguato tutta la notte presso la porta
della città, e tutta quella notte se ne stettero queti dicendo: ‘Allo spuntar
del giorno l’uccideremo’. |
16:2 Fu detto a quelli di
Gaza: «Sansone è venuto qua». Essi lo circondarono, stettero in agguato tutta
la notte presso la porta della città e tutta quella notte rimasero quieti e
dissero: «Allo spuntar del giorno l'uccideremo». |
16:2 Quando fu detto a quei di Gaza: «Sansone è venuto qui», essi
circondarono il luogo e stettero in
agguato tutta la notte presso la porta della città, e rimasero in silenzio
tutta la notte, dicendo: «Allo spuntar del giorno lo uccideremo». |
16:3 Ma Sansone, giaciuto
fino a mezza notte, in su la mezza notte si levò, e diè di piglio alle reggi
delle porte della città, e alle due imposte, e le levò via, insieme con la
sbarra; e, recatelesi in ispalla, le portò in su la sommità del monte, ch'è
dirimpetto ad Hebron. |
16:3 E Sansone si giacque fino a mezzanotte; e a mezzanotte
si levò, diè di piglio ai battenti della porta della città e ai due stipiti,
li divelse insieme con la sbarra, se li mise sulle spalle, e li portò in cima
al monte ch’è dirimpetto a Hebron. |
16:3 Sansone rimase a letto
fino a mezzanotte; e a mezzanotte si alzò, afferrò i battenti della porta
della città e i due stipiti, li divelse insieme con la sbarra, se li mise
sulle spalle e li portò in cima al monte che è di fronte a Ebron. |
16:3 Sansone rimase coricato
fino a mezzanotte; poi a mezzanotte si alzò, afferrò i battenti della porta
della città e i due stipiti, li divelse insieme con la sbarra, se li caricò sulle spalle e li portò in
cima al monte che si trova di fronte a Hebron. |
16:4 Egli avvenne poi,
ch'egli amò una donna, della valle di Sorec, il cui nome era Delila. |
16:4 Dopo questo, s’innamorò di una donna della valle di
Sorek, che si chiamava Delila. |
16:4 Dopo questo si innamorò
di una donna della valle di Sorec, che si chiamava Dalila. |
16:4 Dopo questo si innamorò
di una donna della valle di Sorek, che si chiamava Delilah. |
16:5 E i principi de'
Filistei salirono a lei, e le dissero: Lusingalo, e vedi in che consiste
quella sua gran forza, e come noi potremmo superarlo, acciocchè lo leghiamo,
per domarlo; e ciascun di noi ti donerà mille e cento sicli d'argento. |
16:5 E i principi de’ Filistei salirono da lei e le
dissero: ‘Lusingalo, e vedi dove risieda quella sua gran forza, e come
potremmo prevalere contro di lui per giungere a legarlo e a domarlo; e ti daremo
ciascuno mille e cento sicli d’argento’. |
16:5 I principi dei
Filistei salirono da lei e le dissero: «Tentalo, e vedi da dove viene quella
sua gran forza, e come potremmo prevalere contro di lui per giungere a
legarlo e a domarlo; e ti daremo ciascuno millecento sicli d'argento». |
16:5 Allora i principi dei
Filistei salirono da lei e le dissero: «Seducilo e scopri dove risiede la sua grande forza e come
riuscire a sopraffarlo per poterlo legare e domare; poi ti daremo ciascuno
millecento sicli d'argento. |
16:6 Delila adunque disse a
Sansone: Deh! dichiarami in che consiste la tua gran forza, e come tu
potresti esser legato, per esser domato. |
16:6 Delila dunque disse a Sansone: ‘Dimmi, ti prego,
dove risieda la tua gran forza, e in che modo ti si potrebbe legare per
domarti’. |
16:6 Dalila dunque disse a
Sansone: «Dimmi, ti prego, da dove viene la tua gran forza e in che modo ti
si potrebbe legare per domarti». |
16:6 Così Delilah disse a
Sansone: «Dimmi, ti prego, dove risiede
la tua grande forza, e in che modo ti si potrebbe legare per domarti». |
16:7 E Sansone le disse: Se
io fossi legato di sette ritorte fresche, che non fossero ancora secche, io
diventerei fiacco, e sarei come un altr'uomo. |
16:7 Sansone le rispose: ‘Se mi si legasse con sette
corde d’arco fresche, non ancora secche, io diventerei debole e sarei come un
uomo qualunque’. |
16:7 Sansone le rispose:
«Se mi si legasse con sette corde d'arco fresche, non ancora secche, io
diventerei debole e sarei come un uomo qualsiasi». |
16:7 Sansone le rispose:
«Se mi legano con sette corde d'arco fresche, non ancora asciutte, io diventerei
debole e sarei come un qualsiasi altro
uomo». |
16:8 E i principi de'
Filistei le portarono sette ritorte fresche, che non erano ancora secche; ed
ella lo legò con esse. |
16:8 Allora i principi de’ Filistei le portarono sette
corde d’arco fresche, non ancora secche, ed ella lo legò con esse. |
16:8 Allora i principi dei
Filistei le portarono sette corde d'arco fresche, non ancora secche e lei lo
legò con esse. |
16:8 Allora i principi dei
Filistei le portarono sette corde d'arco fresche, non ancora asciutte, ed
ella lo legò con esse. |
16:9 Or ella avea posto un
agguato nella sua camera. Ed ella gli disse: O Sansone, i Filistei ti sono
addosso. Ed egli ruppe le ritorte, come si rompe un fil di stoppa, quando
sente il fuoco. E non fu conosciuto in che consistesse la sua forza. |
16:9 Or c’era gente che stava in agguato, da lei, in una
camera interna. Ed ella gli disse: ‘Sansone, i Filistei ti sono addosso!’ Ed
egli ruppe le corde come si rompe un fil di stoppa quando sente il fuoco.
Così il segreto della sua forza restò sconosciuto. |
16:9 C'era gente che stava
in agguato, da lei, in una camera interna. Lei gli disse: «Sansone, i
Filistei ti sono addosso!». Egli ruppe le corde, come un filo di stoppa si
rompe quando sente il fuoco. Così il segreto della sua forza rimase
sconosciuto. |
16:9 Or c'erano degli uomini in agguato presso
di lei, in una camera interna. Ella gli disse: «Sansone, i Filistei ti sono addosso!». Ma egli ruppe le
corde, come si rompe un fil di stoppa quando sente il fuoco. Così il segreto
della sua forza rimase sconosciuto. |
16:10 E Delila disse a Sansone:
Ecco, tu mi hai beffata, e mi hai dette delle bugie; ora dunque, dichiarami,
ti prego, con che tu potresti esser legato. |
16:10 Poi Delila disse a Sansone: ‘Ecco, tu m’hai beffata
e m’hai detto delle bugie; or dunque, ti prego, dimmi con che ti si potrebbe
legare’. |
16:10 Poi Dalila disse a
Sansone: «Ecco, tu mi hai beffata e mi hai detto delle bugie; ora dimmi, ti
prego, con che cosa ti si potrebbe legare». |
16:10 Poi Delilah disse a
Sansone: «Ecco, ti sei preso gioco di me e mi hai raccontato bugie; or
dunque, ti prego, dimmi con che ti si potrebbe legare». |
16:11 Ed egli le disse: Se
io fossi legato ben bene con grosse corde nuove, le quali non fossero ancora
state adoperate, io diventerei fiacco, e sarei come un altr'uomo. |
16:11 Egli le rispose: ‘Se mi si legasse con funi nuove
che non fossero ancora state adoperate, io diventerei debole e sarei come un
uomo qualunque’. |
16:11 Egli le rispose: «Se
mi si legasse con funi nuove che non fossero ancora state adoperate, io
diventerei debole e sarei come un uomo qualsiasi». |
16:11 Egli le rispose: «Se
mi legano con funi nuove che non sono mai state adoperate, io diventerei
debole e sarei come qualsiasi altro
uomo». |
16:12 E Delila prese delle
grosse corde nuove, e lo legò; poi gli disse: O Sansone, i Filistei ti sono
addosso. Or l'agguato era posto nella camera. Ed egli ruppe quelle corde d'in
su le sue braccia, come refe. |
16:12 Delila prese dunque delle funi nuove, lo legò, e
gli disse: ‘Sansone, i Filistei ti sono addosso’. L’agguato era posto nella
camera interna. Ed egli ruppe, come un filo, le funi che aveva alle braccia. |
16:12 Dalila dunque prese
delle funi nuove, lo legò e gli disse: «Sansone, i Filistei ti sono addosso!».
C'era gente in agguato nella camera interna. Egli ruppe, come un filo, le
funi che aveva alle braccia. |
16:12 Perciò Delilah prese
delle funi nuove, lo legò e gli disse: «Sansone, i Filistei ti sono addosso». Or c'erano degli uomini in agguato nella camera interna. Ma egli
ruppe come un filo le funi che aveva alle braccia. |
16:13 Poi Delila gli disse:
Tu mi hai beffata fino ad ora, e mi hai dette delle bugie; dichiarami con che
tu potresti esser legato. Ed egli le disse: Se tu tessessi le sette ciocche
del mio capo ad un subbio. |
16:13 Delila disse a Sansone: ‘Fino ad ora tu m’hai
beffata e m’hai detto delle bugie; dimmi con che ti si potrebbe legare’. Ed
egli le rispose: ‘Non avresti che da tessere le sette trecce del mio capo col
tuo ordìto’. |
16:13 Dalila disse a Sansone:
«Fino ad ora tu mi hai beffata e mi hai detto delle bugie; dimmi con che ti
si potrebbe legare». Egli le rispose: «Se tesserai le sette trecce del mio
capo con il tuo telaio». |
16:13 Allora Delilah disse
a Sansone: «Fino ad ora ti sei preso gioco di me e mi hai raccontato bugie;
dimmi con che ti si potrebbe legare». Ed egli le rispose: «Non dovresti che
intrecciare le sette trecce del mio capo con l'ordito». |
16:14 Ed ella conficcò il
subbio con la caviglia, e gli disse: O Sansone, i Filistei ti sono
addosso. Ed egli, svegliatosi dal suo sonno, se ne andò con la caviglia del
telaro, e col subbio. |
16:14 Essa le fissò al subbio, poi gli disse: ‘Sansone, i
Filistei ti sono addosso’. Ma egli si svegliò dal sonno, e strappò via il subbio
del telaio con l’ordìto. |
16:14 Lei le fissò al
subbio, poi gli disse: «Sansone, i Filistei ti sono addosso!». Ma egli si
svegliò dal sonno e strappò via il subbio del telaio con l'ordito. |
16:14 Essa le intrecciò e le fissò al subbio, poi
gli disse: «Sansone, i Filistei ti sono
addosso». Ma egli si svegliò dal sonno e strappò via il subbio dal telaio e
l'ordito. |
16:15 Ed ella gli disse:
Come dici: Io t'amo; e pure il tuo cuore non è meco? Già tre volte tu
mi hai beffata, e non mi hai dichiarato in che consiste la tua gran
forza. |
16:15 Ed ella gli disse: ‘Come fai a dirmi: T’amo! mentre
il tuo cuore non è con me? Già tre volte m’hai beffata, e non m’hai detto
dove risiede la tua gran forza’. |
16:15 Lei gli disse: «Come
fai a dirmi: "Ti amo", mentre il tuo cuore non è con me? Già tre
volte mi hai beffata, e non mi hai detto da dove viene la tua gran forza». |
16:15 Allora ella gli
disse: «Come puoi dirmi: "Ti amo", mentre il tuo cuore non è con me? Già tre volte ti sei preso
gioco di me e non mi hai detto dove risiede
la tua grande forza». |
16:16 Or avvenne che,
premendolo essa ogni giorno con le sue parole, e molestandolo, sì ch'egli se
ne accorava l'animo fino alla morte, |
16:16 Or avvenne che, premendolo ella ogni giorno con le
sue parole e tormentandolo, egli se ne accorò mortalmente, |
16:16 La donna faceva ogni
giorno pressione su di lui con le sue parole e lo tormentava. Egli ne fu
rattristato a morte |
16:16 Ora, poiché essa lo
importunava ogni giorno con le sue parole e lo sollecitava con insistenza, egli
ne fu irritato a morte, |
16:17 egli le dichiarò
tutto il suo cuore, e le disse: Rasoio non salì mai in sul mio capo;
perciocchè io son Nazireo a Dio dal seno di mia madre; se io fossi
raso, la mia forza si partirebbe da me, e diventerei fiacco, e sarei come
qualunque altr'uomo. |
16:17 e le aperse tutto il cuor suo e le disse: ‘Non è
mai passato rasoio sulla mia testa, perché sono un nazireo, consacrato a Dio,
dal seno di mia madre; se fossi tosato, la mia forza se ne andrebbe,
diventerei debole, e sarei come un uomo qualunque’. |
16:17 e le aperse tutto il
suo cuore e le disse: «Non è mai passato rasoio sulla mia testa, perché sono
un nazireo, consacrato a Dio, dal seno di mia madre; se mi tagliassero i
capelli, la mia forza se ne andrebbe, diventerei debole e sarei come un uomo
qualsiasi». |
16:17 e le aperse tutto il
cuore e le disse: «Non è mai passato rasoio sulla mia testa, perché sono un
Nazireo a Dio, dal seno di mia madre; se fossi rasato, la mia forza se ne
andrebbe, diventerei debole e sarei come qualsiasi altro uomo». |
16:18 Delila adunque, veduto
ch'egli le avea dichiarato tutto il cuor suo, mandò a chiamare i principi de'
Filistei, dicendo: Venite questa volta; perciocchè egli mi ha dichiarato
tutto il cuor suo. E i principi de' Filistei salirono a lei, recando in mano
i danari. |
16:18 Delila, visto ch’egli le aveva aperto tutto il cuor
suo, mandò a chiamare i principi de’ Filistei, e fece dir loro: ‘Venite su,
questa volta, perché egli m’ha aperto tutto il suo cuore’. Allora i principi
dei Filistei salirono da lei, e portaron seco il danaro. |
16:18 Dalila, visto che
egli le aveva aperto tutto il suo cuore, mandò a chiamare i principi dei
Filistei e fece dire loro: «Venite su, questa volta, perché egli mi ha aperto
tutto il suo cuore». Allora i principi dei Filistei salirono da lei, e
portarono con sé il denaro. |
16:18 Quando Delilah si
rese conto che egli le aveva aperto tutto il cuore, mandò a chiamare i
principi dei Filistei e fece dir loro:
«Venite su questa volta, perché egli mi ha aperto tutto il suo cuore». Allora
i principi dei Filistei salirono da lei e portarono con sé il denaro. |
16:19 Ed ella addormentò
Sansone sopra le sue ginocchia; poi, chiamato un uomo, gli fece radere le
sette ciocche del capo; e così fu la prima a domarlo, e la sua forza si partì
da lui. |
16:19 Ed ella lo addormentò sulle sue ginocchia, chiamò
l’uomo fissato, e gli fece tosare le sette trecce della testa di Sansone;
così giunse a domarlo; e la sua forza si partì da lui. |
16:19 Lei lo fece addormentare
sulle sue ginocchia, chiamò un uomo e gli fece tagliare le sette trecce della
testa di Sansone; così giunse a domarlo; e la sua forza lo lasciò. |
16:19 Ella lo addormentò
quindi sulle sue ginocchia, chiamò un uomo e gli fece radere le sette trecce
della testa di Sansone; poi cominciò a maltrattarlo, e la sua forza lo
lasciò. |
16:20 Allora ella gli
disse: O Sansone, i Filistei ti sono addosso. Ed egli, risvegliatosi
dal suo sonno, disse: Io uscirò come l'altre volte, e mi riscoterò; ma egli
non sapeva che il Signore si era partito da lui. |
16:20 Allora ella gli disse: ‘Sansone, i Filistei ti sono
addosso’. Ed egli, svegliatosi dal sonno, disse: ‘Io ne uscirò come le altre
volte, e mi svincolerò’. Ma non sapeva che l’Eterno s’era ritirato da lui. |
16:20 Allora lei gli disse:
«Sansone, i Filistei ti sono addosso!». Egli, svegliatosi dal sonno, disse:
«Io ne uscirò come le altre volte, e mi libererò». Ma non sapeva che il
SIGNORE si era ritirato da lui. |
16:20 Allora ella gli disse: «Sansone, i Filistei ti sono addosso». Egli si svegliò dal
sonno e disse: «Io ne uscirò come tutte le altre volte e mi svincolerò». Ma
non sapeva che l'Eterno si era ritirato da lui. |
16:21 E i Filistei lo
presero, e gli abbacinarono gli occhi, e lo menarono in Gaza, e lo legarono
con due catene di rame. Ed egli se ne stava macinando nella prigione. |
16:21 E i Filistei lo presero e gli cavaron gli occhi; lo
fecero scendere a Gaza, e lo legarono con catene di rame. Ed egli girava la
macina nella prigione. |
16:21 I Filistei lo presero
e gli cavarono gli occhi; lo fecero scendere a Gaza e lo legarono con catene
di bronzo. Ed egli girava la macina nella prigione. |
16:21 E i Filistei lo
presero e gli cavarono gli occhi; lo fecero scendere a Gaza e lo legarono con
catene di bronzo. E fu posto a
girare la macina nella prigione. |
16:22 Or i capelli del capo
ricominciandogli a crescere, come erano quando fu raso, |
16:22 Intanto, la capigliatura che gli avean tosata, cominciava
a ricrescergli. |
16:22 Intanto, la capigliatura
che gli avevano tagliata cominciava a ricrescergli. |
16:22 Intanto i capelli del
capo, dopo essere stati rasati, cominciavano nuovamente a crescere. |
16:23 i principi de'
Filistei si adunarono per fare un gran sacrificio a Dagon, loro dio, e per
rallegrarsi; e dissero: Il nostro dio ci ha dato nelle mani Sansone, nostro
nemico. |
16:23 Or i principi dei Filistei si radunarono per offrire
un gran sacrifizio a Dagon, loro dio, e per rallegrarsi. Dicevano: ‘Il nostro
dio ci ha dato nelle mani Sansone, nostro nemico’. |
16:23 Ora i principi dei Filistei
si radunarono per offrire un grande sacrificio a Dagon, loro dio, e per rallegrarsi.
Dicevano: «Il nostro dio ci ha dato nelle mani Sansone, nostro nemico». |
16:23 Ora i principi dei Filistei
si radunarono per offrire un gran sacrificio a Dagon, loro dio, e per rallegrarsi.
Dicevano: «Il nostro dio ci ha dato nelle mani Sansone, nostro nemico». |
16:24 Il popolo anch'esso,
avendolo veduto, avea lodato il suo dio; perciocchè dicevano: Il nostro dio
ci ha dato nelle mani il nostro nemico, e il distruggitore del nostro paese,
il quale ha uccisi tanti di noi. |
16:24 E quando il popolo lo vide, cominciò a lodare il
suo dio e a dire: ‘Il nostro dio ci ha dato nelle mani il nostro nemico,
colui che ci devastava il paese e che ha ucciso tanti di noi’. |
16:24 Quando il popolo lo
vide, cominciò a lodare il suo dio e a dire: «Il nostro dio ci ha dato nelle
mani il nostro nemico, colui che ci devastava il paese e che ha ucciso tanti
di noi». |
16:24 Quando il popolo lo
vide, cominciò a lodare il suo dio e a dire: «Il nostro dio ci ha dato nelle
mani il nostro nemico, colui che devastava il nostro paese e che ha ucciso
tanti di noi». |
16:25 E, quando ebbero il
cuore allegro, dissero: Chiamate Sansone, acciocchè ci faccia ridere. Sansone
adunque fu chiamato dalla prigione, e giocava in presenza loro. Ed essi lo
fecero stare in piè fra le colonne. |
16:25 E nella gioia del cuor loro, dissero: ‘Chiamate
Sansone, che ci faccia divertire!’ Fecero quindi uscir Sansone dalla
prigione, ed egli si mise a fare il buffone in loro presenza. Lo posero fra
le colonne; |
16:25 Nella gioia del loro
cuore, dissero: «Chiamate Sansone, ché ci faccia divertire!». Fecero quindi uscire
Sansone dalla prigione ed egli si mise a fare il buffone in loro presenza. Lo
posero fra le colonne; |
16:25 Così nella gioia del
loro cuore, dissero: «Fate venire Sansone, perché ci faccia divertire!».
Fecero quindi uscire Sansone dalla prigione, ed egli fece il buffone davanti a loro. Poi lo misero fra le
colonne. |
16:26 E Sansone disse al
fanciullo che lo teneva per la mano: Lasciami, e fammi toccar le colonne,
sopra le quali la casa è posta; acciocchè io mi appoggi ad esse. |
16:26 e Sansone disse al fanciullo che lo teneva per la
mano: ‘Lasciami, ch’io possa toccar le colonne sulle quali posa la casa, e
m’appoggi ad esse’. |
16:26 Sansone disse al ragazzo
che lo teneva per mano: «Lasciami, che io possa toccare le colonne sulle
quali poggia la casa, e mi appoggi a esse». |
16:26 Allora Sansone disse
al fanciullo, che lo teneva per la mano: «Lasciami toccare le colonne sulle
quali posa la casa, |
16:27 Or la casa era
piena d'uomini e di donne; e tutti i principi de' Filistei erano
quivi; e in sul tetto v'erano intorno a tremila persone, uomini
e donne, che stavano a veder Sansone, che giocava. |
16:27 Or la casa era piena d’uomini e di donne; e tutti i
principi de’ Filistei eran quivi; c’eran sul tetto circa tremila persone, fra
uomini e donne, che stavano a guardare mentre Sansone faceva il buffone. |
16:27 La casa era piena di
uomini e donne; e tutti i principi dei Filistei erano lì; e c'erano sul tetto
circa tremila persone, fra uomini e donne, che stavano a guardare mentre
Sansone faceva il buffone. |
16:27 perché possa appoggiarmi
ad esse». Or la casa era gremita di uomini e donne; vi erano tutti i principi
dei Filistei, e sul tetto c'erano tremila persone, fra uomini e donne, che
stavano a guardare mentre Sansone faceva il buffone. |
16:28 Allora Sansone invocò
il Signore, e disse: Signore Iddio, ricordati, ti prego, di me, e fortificami
pur questa volta, o Dio; acciocchè ad un tratto io mi vendichi de' Filistei,
per li miei due occhi. |
16:28 Allora Sansone invocò l’Eterno, e disse: ‘O Signore,
o Eterno, ti prego, ricordati di me! Dammi forza per questa volta soltanto, o
Dio, perch’io mi vendichi in un colpo solo de’ Filistei, per la perdita de’
miei due occhi’. |
16:28 Allora Sansone invocò
il SIGNORE e disse: «SIGNORE mio Dio, ti prego, ricordati di me! Dammi forza
per questa volta soltanto, o Dio, perché io mi vendichi in un colpo solo dei
Filistei, per la perdita dei miei due occhi». |
16:28 Allora Sansone invocò
l'Eterno e disse: «O Signore, o Eterno, ti prego, ricordati di me! Dammi forza
per questa volta soltanto, o DIO, perché possa vendicarmi con un sol colpo
dei Filistei, per la perdita dei
miei due occhi». |
16:29 Poi, abbracciate le
due colonne di mezzo, sopra le quali la casa era posta, pontò,
attenendosi ad esse, avendo l'una alla man destra, e l'altra alla
sinistra. |
16:29 E Sansone abbracciò le due colonne di mezzo, sulle
quali posava la casa; s’appoggiò ad esse: all’una con la destra, all’altra
con la sinistra, e disse: |
16:29 Sansone tastò le due
colonne di mezzo, che sostenevano la casa; si appoggiò a esse: all'una con la
destra, all'altra con la sinistra e disse: |
16:29 Sansone afferrò
quindi le due colonne centrali, che sostenevano il tempio, e si appoggiò ad
esse, a una con la destra, e all'altra con la sinistra; |
16:30 E disse: Muoia io pur
co' Filistei. E, inchinatosi di forza, la casa cadde addosso a' principi, e
addosso a tutto il popolo che v'era dentro. E più furono quelli che Sansone
fece morire alla sua morte, che quelli ch'egli avea fatti morire in vita sua. |
16:30 ‘Ch’io muoia insieme coi Filistei!’ Si curvò con
tutta la sua forza, e la casa rovinò addosso ai principi e a tutto il popolo
che v’era dentro; talché più ne uccise egli morendo, che non ne avea uccisi
da vivo. |
16:30 «Che io muoia insieme
con i Filistei!». Si curvò con tutta la sua forza e la casa crollò addosso ai
principi e a tutto il popolo che c'era dentro; così quelli che uccise mentre
moriva furono di più di quanti ne aveva uccisi durante la sua vita. |
16:30 poi Sansone disse:
«Che io muoia insieme ai Filistei!». Si curvò poi con tutta la sua forza, e la casa crollò addosso ai principi e a
tutto il popolo che vi era dentro;
e furono più quelli che egli uccise morendo di quelli che aveva ucciso in
vita. |
16:31 Poi i suoi fratelli,
e tutta la casa di suo padre, vennero, e lo portarono via; e salirono, e lo
seppellirono fra Sorea ed Estaol, nella sepoltura di Manoa, suo padre. Or
egli giudicò Israele venti anni. |
16:31 Poi i suoi fratelli e tutta la casa di suo padre
scesero e lo portaron via; quindi risalirono, e lo seppellirono fra Tsorea ed
Eshtaol nel sepolcro di Manoah suo padre. Egli era stato giudice d’Israele
per venti anni. |
16:31 Poi i suoi fratelli e
tutta la casa di suo padre scesero e lo portarono via; quindi risalirono e lo
seppellirono fra Sorea ed Estaol, nel sepolcro di Manoà, suo padre. Egli era
stato giudice d'Israele per venti anni. |
16:31 Poi i suoi fratelli e
tutta la casa di suo padre scesero e lo portarono via; e andarono a
seppellirlo fra Tsorah ed Eshtaol nel sepolcro di Manoah suo padre. Egli era
stato giudice d'Israele per vent'anni. |